Fronte greco-albanese

Dal giugno 1940, quando l’Italia entra in guerra, l’ambizione di Mussolini è quella di combattere una guerra parallela a quella combattuta dalla Germania.

Cioè una guerra volta a creare uno spazio di conquista per l’Italia, senza alcuna subalternità alla Germania. La guerra che inizia in Grecia nell’ottobre 1940 è proprio da leggere in questi termini. Un conflitto aggressivo e vittorioso contro la Grecia deve far da contraltare alle vittorie lampo del Terzo Reich sul fronte occidentale e all’occupazione degli stabilimenti petroliferi romeni da parte della Germania.

La preparazione dell’aggressione alla Grecia desta forti preoccupazioni nello Stato Maggiore dell’Esercito, consapevole della scarsa preparazione delle unità dislocate in Albania. Tuttavia, il duce, insieme a Ciano e al generale Visconti Prasca (comandante delle truppe di Albania) sono più ottimisti e rincorrono l’idea di un attacco contro la Grecia.

Il 28 ottobre 1940 inizia la manovra di invasione dell’Italia, attacco che presto rileverà tutte le difficoltà sul campo greco del Regio Esercito, difficoltà sia tattiche sia militari. Infatti, la Bulgaria non appoggia l’intervento italiano come sperato, la popolazione d’Epiro (che alcuni gerarchi e capi militari pensavano fosse assai favorevole all’Italia) si rivela ostile; a tutto ciò bisogna aggiungere che le infrastrutture albanesi (aeroporti, strade e ferrovie) sono del tutto inadeguate a sostenere una poderosa avanzata italiana nel montagnoso territorio della Grecia occidentale.

Comunque, per i primi giorni l’esercito italiano avanza in territorio nemico, ma dopo meno di due settimane subisce la prima battuta d’arresto. E, dopo i contrattacchi dell’esercito greco, le unità italiane si ritirano. Una ritirata che, complici il miglior armamento greco e la cattiva stagione, non sarebbe terminata se non nel marzo dell’anno successivo. Insomma, da una guerra d’aggressione la campagna contro la Grecia si è presto trasformata in una guerra difensiva per salvare l’Albania italiana ed evitare un più grave disastro militare.

L’inizio deludente e l’ancor più grave svolgimento della campagna causa il siluramento di Visconti Prasca (che viene sostituito dal generale Soddu) e le dimissioni di Badoglio dalla carica di capo di Stato Maggiore Generale (il 7 dicembre 1940 l’incarico passa al generale Cavallero).

Nel corso dei primi tre mesi del 1941 la guerra in Grecia segue un andamento preoccupante. I greci continuano a premere le posizioni italiane che, nonostante i rinforzi, faticano a contenere il nemico. La situazione è insostenibile: una sconfitta causerebbe un disastro politico e militare senza precedenti e uno scacco grave alla guerra per l’Asse.

A soccorrere l’Italia viene in aiuto la Germania. Il 6 aprile 1941 le truppe tedesche invadono la Jugoslavia, colpevole di aver rigettato (dopo un colpo di Stato militare) la firma di adesione al Patto Tripartito del precedente 25 marzo.

Così truppe italiane e tedesche occupano rapidamente il paese balcanico e, nel frattempo, conducono con azioni coordinate quella che sarà l’offensiva finale contro la Grecia. Infatti, l’esercito greco dimostratosi capace di resistere agli italiani non può fare molto contro una forte offensiva scatenata contemporaneamente sia dal Regio Esercito sia dalla Wehrmacht (la quale invade la Macedonia e prosegue verso il centro del Paese), nonostante possa contare anche sull’aiuto britannico.

L’offensiva si conclude il 23 aprile 1941, quando la Grecia si arrende di fronte ai nemici.

In Grecia, alla fine delle operazioni militari, tra gli italiani si contano quasi 14.000 morti, oltre 50.000 feriti e 25.000 dispersi. I congelati sono più di 12.000 e più di 50.000 i malati a causa delle operazioni militari.

Cifre emblematiche della guerra parallela combattuta dal regime. La vittoria in Grecia avrebbe portato l’Italia a diventare una forza d’occupazione nel Paese, oltre che in Jugoslavia. Sarebbe stato una occupazione tutt’altro che pacifica, foriera di terrore e dell’inizio guerra antipartigiana che molti greci e jugoslavi avrebbero ricordato drammaticamente anche dopo la guerra.

Cinegiornale - Istituto Luce. "L'avanzata delle nostre truppe in territorio greco"

 

Cinegiornale - Istituto Luce. "La guerra nei Balcani: fronte greco"