Battaglia dell'Amba Alagi

17 aprile – 17 maggio 1941

 

Combattuta nella primavera del 1941, nella zona del Tigray (Etiopia del nord), la battaglia vide contrapposti circa 7.000 italiani contro poco più di 40.000 britannici (tra cui anche anglo-indiani ed etiopi). Gli italiani asserragliati a 3.000 metri d’altezza, nel tentativo di opporre un’ultima resistenza all’avanzata britannica in Etiopia.

La battaglia dell’Amba Alagi, infatti, fu combattuta in un momento critico per gli italiani. L’Africa Orientale Italiana era ormai quasi completamente perduta. L’avanzata britannica nella regione era inarrestabile, il Regio Esercito sconfitto (Addis Abeba era già stata occupata dai britannici a inizio aprile).

Il comandante delle forze italiane del settore, Amedeo di Savoia, aveva ordinato agli uomini di organizzare delle sacche di resistenza sugli altopiani etiopi tra cui, appunto, l’Amba Alagi.

Dopo lunghi giorni di assedio e di scontri i cui gli inglesi riuscirono ad occupare posizioni sempre più favorevoli gli italiani dovettero arrendersi, stremati sia dai combattimenti sia dalla fame.

La battaglia rimane uno dei fatti emblematici della fine del dominio italiano in Africa Orientale, nonché uno dei luoghi più infausti per il Regio Esercito. Proprio sull’Amba Alagi il ras Makonnen aveva sconfitto il reparto del maggiore Pietro Toselli, nel 1895.