Seconda battaglia del Don / Stalingrado

SECONDA BATTAGLIA DEL DON / STALINGRADO

(11 dicembre 1942 – 31 gennaio 1943)

 

L’offensiva tedesca contro l’Unione Sovietica iniziata nel giugno 1941 vede per mesi avanzare le truppe germaniche lungo tutto il grande fronte russo. Per molte settimane i sovietici perdono terreno di fronte al nemico, anche se dopo lo sbandamento iniziale, riescono a far pagare a caro prezzo ogni concessione fatta alle truppe nemiche e, contemporaneamente, a sradicare interi complessi industriali e spostarli sugli Urali o a distruggere quelli non trasportabili (fatto non secondario per l’andamento della guerra per l’Unione Sovietica).

Verso la fine del 1941 l’avanzata tedesca è arenata. A nord, a Leningrado, è iniziato il durissimo assedio che sarebbe durato ben 900 giorni. Al centro i tedeschi arrivano nella periferia di Mosca, senza riuscire a conquistarla.

A sud le armate tedesche, insieme allo CSIR (poi ARMIR), alle truppe ungheresi e rumene, puntano verso le stazioni petrolifere, verso il Caucaso. Stabiliscono il fronte lungo il Don, puntando verso la città di Stalingrado.

Nella zona della città industriale si combattono durissimi scontri. Nell’estate 1942 il fronte si infiamma: i russi vogliono rimettere piede sulla sponda destra del Don e da lì costringere il nemico alla ritirata. Ma fino al dicembre dello stesso anno i russi non riescono a sfondare, se non con risultati locali, di scarso rilievo su un fronte così ampio.

Nel dicembre, con l’offensiva ad amplissimo respiro ideata dal maresciallo sovietico Žukov l’Armata Rossa conduce un attacco contro le provate posizioni dell’Asse lungo il Don, dando inizio ad una grande manovra di aggiramento che chiuderà le truppe tedesche impegnate a Stalingrado in una sacca e provocando la grande e celebre ritirata delle truppe dell’Asse dal Don, ritirata che si svolge in drammatiche condizioni e sotto la continua pressione delle avanguardie russe.

Stalingrado rimane nella storia della Seconda guerra mondiale, come una delle battaglie fondamentali di tutto il conflitto. Effettivamente la sconfitta sul Don segna un punto di non ritorno per l’Asse: dopo la perdita di Stalingrado e la fallimentare controffensiva di Kursk (estate 1943), da quel momento lungo il fronte orientale il “rullo compressore” sovietico avrebbe spazzato via il nemico nel corso dei due anni e mezzo successivi, e sarebbe giunto a Berlino.