Fronte Jugoslavo

La Jugoslavia viene invasa dalle truppe dell’Asse nell’aprile del 1941. Il Paese ha da poco firmato l’adesione al Patto tripartito, fatto che ha generato profondi malumori nei confronti del governo e del reggente, principe Paolo Karađorđević.

Per la firma del patto la Germania ha esercitato forti pressioni, perché in questo modo consolida la sua posizione dei Balcani sia in vista dell’invasione dell’Unione Sovietica sia per dare sostegno all’alleato italiano in difficoltà in Grecia.

Nonostante la crescente forza militare del Terzo Reich e nonostante l’Europa sia sempre più coinvolta in un conflitto dove l’Asse sembri giocare un ruolo preminente, in Jugoslavia alcuni comandanti militari, appoggiati da gran parte dell’opinione pubblica e della classe dirigente, decidono di reagire nei confronti di una politica di vicinanza alla Germania e all’Italia. Il 27 marzo un colpo di Stato guidato dal generale Simovič depone il reggente e sconfessa la firma al patto tripartito.

La reazione italo-tedesca è immediata.

Il 6 aprile 1941, con l’appoggio dell’Ungheria, il Paese viene invaso da diverse regioni dalle truppe tedesche e italiane. La resistenza del Paese è molto debole. La Jugoslavia, Paese multietnico a maggioranza serba, non può contare sulla volontà di resistere al nemico da parte delle minoranze.

Le truppe tedesche raggiungono rapidamente Belgrado (dopo aver occupato Zagabria), mentre quelle italiane occupano Lubiana e parte della costa settentrionale.

Dopo solamente undici giorni dall’inizio dell’invasione, i comandi militari jugoslavi chiedono la resa. È il 17 aprile 1941.

Da questo momento inizia per il Paese balcanico un periodo di atroci sofferenze: una guerra civile devastante con connotazioni etniche, religiose e politiche. E un’occupazione caratterizzata dal pugno di ferro sia dei tedeschi sia degli italiani.

 

Cinegiornale - Istituto Luce: "Fronte jugoslavo, fronte greco"

 

Cinegiornale - Istituto Luce: "La guerra nei Balcani: fronte jugoslavo"