BATTAGLIA DI CHEREN
(2 febbraio 1941 – 27 marzo 1941)
Cheren (o Keren) si trova in Eritrea ed è uno snodo stradale fondamentale. Controlla i passaggi che dal confine settentrionale con il Sudan portano ad Asmara (e di conseguenza al porto di Massawa) e alla città di Agordat.
I comandi italiani sono consapevoli della necessità di tenere quella zona per poter controllare il territorio eritreo e tentare avanzate in Sudan. Allo stesso modo, i britannici sono consapevole che la cittadina costituisce un punto fondamentale per controllare l’avanzata in Eritrea e, quindi, in Etiopia, dal Sudan.
A inizio febbraio 1941 sono gli inglesi ad aprire i giochi, muovendo in direzione del passo di Dongolaas per liberare la zona dagli italiani, che si sono organizzati per resistere all’avanzata del nemico. Durante le prime settimane di febbraio le unità britanniche (composte tra gli altri da scozzesi e indiani) tentano più volte di smuovere gli italiani dalle loro posizioni. Ma, nonostante le unità del Regio Esercito siano state più volte sul punto di cadere, riescono a resistere, anche grazie ai rinforzi che provengono da Addis Abeba.
Nella seconda metà di febbraio e la prima di marzo, i combattimenti si fanno più radi, essendo le truppe di entrambi gli schieramenti assai provate. Gli uomini tentano di riorganizzarsi, ma per gli italiani le condizioni sono molte dure: i britannici possono contare sulla superiorità aerea, con la quale colpiscono duramente e ripetutamente le posizioni italiane.
Il 15 marzo 1941 scatta il piano finale britannico: per diversi giorni le truppe del Commonwealth muovono contro gli italiani, che tentano una disperata resistenza. Ma alla fine del mese, esauritasi la capacità di resistere delle truppe italiane, la battaglia ha fine.
Nei primi giorni di aprile 1941 si arrendono anche le truppe italiane che, in seguito alla caduta di Cheren, si erano posti a Tekelezan. Vengono occupate anche le città di Asmara e Massaua.
La battaglia di Cheren segna “l’inizio della fine” dell’Impero italiano in Africa Orientale. Dopo questa battaglia sarebbero rimaste solamente delle sacche di resistenza organizzate dal Regio Esercito (comandate, in AOI, dal duca d’Aosta), che avrebbero ceduto ai britannici nel maggio successivo.